J’ai l’honneur d’être, avec tous les sentiments que je vous dois, monsieur, votre, etc.
Signore, una delle più grandi consolazioni che abbia ricevuto in una inferma vecchiezza che mi conduce al sepolcro per una strada assai disastrosa, è stata la lettura delle opere che avete voluto gentilmente donarmi. Io non le ho ricevute che pochi giorni sono, benchè la vostra lettera sia scritta del 21 aprile. Non sono in stato di ringraziarvi di pugno[2], ma per debole che io sia posso sentire tutta la forza del vostro merito. L’ammirabile Ifigenia di Racine era degna di essere tradotta da voi. Ma alle altre avete fatto troppo d’onore[3]. Le vostre osservazioni sono belle, istruttive e dotte, quanto è graziosa ed amabile la vostra poesia. Quantunque io vegga dalle mie finestre le montagne, per cui dovette passare Annibale, vi confesso, non so determinarmi quale strada egli prendesse, e dubito ancor’io fortemente che egli si aprisse la via coll’ aceto[4]. Me ne rapporto a voi intieramente, o signore, che avete cosi ampia conoscenza dell’antichità.
Vi dichiaro di cuore che la vostra maniera di scrivere mi piace infinitamente, quanto mi sorprende la forza con cui trattate la materia di erudizione ed i lumi che ricavate a vantaggio delle lettere.
Vi esibisco la mia servitù, e sono colla più perfetta stima vostro devotissimo servitore[5].
- ↑ Felice Tribolati, Sull’ Epistolario italiano del Voltaire ; Pisa, 1878. — Cette lettre est conservée aux archives publiques de Pise. Le chevalier Guazzesi fut chargé par le roi de Prusse de faire sculpter sur la tombe d’Algarotti cette inscription :
Hic jacet Ovidii æmulus et Neutoni discipulus.
- ↑ Évidemment le secrétaire a laissé dans sa plume proprio ou mio. (Note de l’éditeur italien.)
- ↑ Il lui avait envoyé un recueil de tragédies traduites du français en italien, imprimé à Pise en 1762, et comprenant, outre Iphigénie, l’Électre de Crébillon et l’Alzire de Voltaire. (Id.)
- ↑ Guazzesi est l’auteur de diverses dissertations savantes. Il a publié les Osservazioni storiche intorno ad alcuni fatti di Annibale (Arezzo, 1752), et une Lettera critica al dottor Antonio Cocchi intorno ad alcuni fatti della guerra Gallica Cisalpina seguiti l’anno di Roma DXXIX (Arezzo, 1752). (Id.)
- ↑ Traduction : Une des plus grandes consolations qu’ait reçues une infirme vieillesse qui me conduit au tombeau par une voie assez désastreuse a été la lec-