Sopra ’l mio questo al ciel n’è gito a volo.
Onde a me non finito verra meno,
S’or non gli da la fabbrica divina
Aiuto a farlo, c’al mondo era solo.
XX
Quand’ el ministro de sospir mie tanti
Al mondo, agli ochi mei, a se si tolse,
Natura, che fra noi degnar lo volse,
Resto in vegognia, e chi lo vide in pianti.
Ma non come degli altri oggi si vanti
Del sol del sol, ch’allor ci spense e tolse,
Morte, c’amor ne vinse e farlo il tolse
In terra vivo e ’n ciel fra gli altri santi.
Cosi credette morte iniqiia e rea
Finir il suon delle virtute sparte
E l’alma, che men bella esser potea.
Contrari effetti alluminan le carte
Di vita piu che ’n vita non solea,
E morto a ’l ciel, c’allor non avea parte.
XXI
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Amor, perche perdonj,
Tuo somma cortesia
Sie di belta qui tolta
A chj gusta et desia
Et data à gente stolta ?
Dhe, falla un ’altra volta
Pietosa drento et si brutta di fori,
Ch’a me dispiaccia et di me s’innamori.