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che trapassai la più crudelle, notte ch’io mi ricorda, avere mai passata. Era veramente rabbia, e furore.

Mandai la notte per un speziale il quale mi diede dell’acqua vita a metter sur lato il quale più mi tormentava. Ne ricevetti un soccorso mirabile, perché in quell’istesso instante ch’io l’ebbi messa nella bocca, mi s’appagò tutto il dolore. Ma di subito ch’io la aveva spruzzata, mi ripigliava come prima : in modo che continuamente aveva il bicchiere alla bocca. Non poteva conservarla nella bocca perché per la stracchezza di subito ch’il dolore mi lasciava, il sonno forte mi veniva ; e venendomi il sonno, mi