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rividdi molto minutamente. Et essendo pergato dal Casiero del Palazzo di dire la mia sentenzia di quelle bellezze, e di Tivoli, ni discorsi non comparando questi luoghi in generale, ma parte per parte, con le diverse considerazioni dell’un & dell’ altro, essendo vicendevolmente vittore ora questo or quello.

Venerdì alla bottega di Giunti comprai un mazzo di Commedie, undeci in numero, e certi altri libretti. E ci viddi il testamento di Boccaccio stampato con certi discorsi fatti sul Decamerone. Questo testamento mostra una mirabile povertà e bassezza di fortuna di questo grand’Uomo. Lascia delle lenzuola, e poi certe particelle di letti a sue parenti, e sorelle. Gli libri a un certo Frate, al quale oridina, che gli comunichi a chiunque gliene richiederà.