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La sera mi mandò il Sig. Ludovico di Ferrari Cremonese, molto mio conoscente, un presente di scatole di cotognaro bonissimo, e muschiato, e certi limoni, e delli melaranci di grandezza estraordinaria.

La notte mi prese un pocco innanzi il far del giorno il grancio alla polpa della gamba dritta con grandissimo dolore non continuo, ma vicendevole. Stetti in questo disagio una mezza ora. Non era molto tempo che n’avea sentito, ma mi passò in un baleno.

Il Lunedì andai al bagno, e ci fui una ora, il stomaco sotto la polla. Mi pizzicava sempre un poco questa vena della gamba.