Dans la bibliothèque de Ferrare, no 9. Na. 4. « Francisci Barbari liber de cœlibatu : Antonius Sinibaldus Florentinus, Ferdinandi regis scriba, Neapoli hoc opus transcripsit anno Domini M CCCC LXXIII, ultimo madii » (Mazzatinti, la Biblioteca dei re d’Aragona in Napoli, p. 176, no 600).
Dans la bibliothèque de l’Université de Valence, no 178. Tragédies de Sénèque : « Antonius Sinibaldus scripsit Florentiæ, anno Christi M. CCCC. LXXXIIII Junii die V » (Mazzatinti, ibid., p. 156, no 510).
À Oxford, dans la bibliothèque Bodléienne, Auct. F. i. 18. Ovide : « Antonius Sinibaldus Florentinus transcripsit pro illustrissimo ac reverendissimo domino domino Johanni (sic) de Aragonia, tituli Sancti Hadryani cardinali dignissimo, Florentiæ, anno Domini M CCCC LXXXIII, maii iiii die » (Ovidii Tristium libri V, rec. S. G. Owen ; Oxford, 1889, p. xxxi).
In decto castello o palatio si è vista una libreria non piccola, ordinata, non solo di banchi da capo ad piè, ma anchora di scantie intorno da basso in fine ad cima, et tucta piena di libri. Ultra quelli sono in un retrecto reposti in cascia. Li detti libri sono tucti di pergameno scritti ad mano di bellissima lettera, coperti di seta di diversi colori et con pompose serrature et ciappecte de argento dorate. Lli forno mostrati li Triomphi del Petrarcha hystoriati de mano di Flammingo di una minia excellentissima ; el Remedio contra adversam fortunam del medesmo messer Francesco ; certe hore de la Madonna in gran volume con sue hystorie, et li misterii di la Passione di pictura greca assai bella et anticha, un Metamorphosio scripto latino et francese, tucto hystoriato, con molti altri bellissimi libri quali non si veddero per non bastare il tempo. Et in uno de li detti libri visti erano ne li cantoni et nel mezo dieci bocze o cocze di camei o camuini in forma di un gran mezo ovo per lungo lavorati molti sottilmente. Tra detti libri ne so molti che per le arme de le ciappecte se mostrano esserno già stati del re Ferrando primo et del duca Ludovico Sforza : quelli di re Ferrando comprati in Franza da la infelicissima regina Isabella do poi la morte di re Federico ; e l’altri credo guadagnati ne la invasione del ducato de Milano.
Tucti detti zardini dove era primo terreno montuoso et sterile, ha facto un donno Pacello prete Napolitano, quale per delectarse molto
