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appendice.

chrestienté de l’e1ection que leurs Majestés ont fait de la Princesse Anne pour femme de Monsieur. »

Luca Fabroni vante de nouveau les qualités morales de la princesse Anne, et quant à ses qualités physiques, il ajoute : « Et io ne posso parlare quanto un’altro, havendo voluto l’Arciducessa sua Madre et anco Madama la Gran Duchessa, chio la veggia spesso familiarmento, et acciò che io possa assicurare V. M sopra la conscienza et fede mia, che nella persona della Principessa Anna non ci è difetto pure uno minimo che sia, roi ha menato nella camera propria della Principessa, et hanno infino voluto, chio la veggia vestire ; et mostrarmela puramente in sottana, et busto, accio che con ogni commodità io gli possa diligentemente vedere tutta la vita, et particularmente le spalle, et tutto il filo del busto, accio oculatamente et con ogni giuramento io possa sopra l’anima mia assicurare V. M che la Principessa Anna ha la taglia della vita benissimo fatta, et le spalle equali, et eccellentemente fatte dalla natura, havendo il filo della vita diritto come una canna, et pero V. M sopra la fede sua, della quale gliene sto sempre sicurtà io, può assicurare chi unque lei vorrà, che in tutta la persona della Principessa non ci è difetto, ne mancamento veruno immaginabile, et ha il viso benissimo fatto et gl’occhi non sono rossi, come pareva che il pittore l’havesse dipinta, poiche quando egli la dipinse la Principessa era grande mente infreddata. »

Comment se fit-il qu’une négociation si bien conduite et si près d’arriver à son terme n’eut aucun résultat ? Peut-être Monsieur persista-t-il à regarder la princesse Anne comme un monstre : peut-être aussi le roi ne voulut-il pas laisser conclure un mariage qui donnait à la reine mère une belle-fille de son sang, et obligée envers elle à la reconnaissance, comme le disait très-justement Luca Fabroni :

« Et finalmente questa Principessa è del proprio sangue di V. M, la quale Principessa non riconoscera questa grandezza, che dalla pura benignità della Maestà Vostra, et gli sarà figliuola, et serva in un medecimo tempo. »

On a cherché le motif du retour de Louis XIII à Paris au mois de février 1628, et on a cru le trouver dans l’ennui :