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Purchè’l reo non si salvi, il giusto pera,
E l’innocente. Ma quai giusto io dico ?
E’colpevol ciascun, né in loro schiera
Uom su giammai del nostro nome amico.
S’anima v’è nel novo error sincera,
Basti a novella pena un fallo antico.
Su, si, fedeli miei, sa via prendete
Le fiamme, e’l serro, ardete, ed uccidete.


Cosi parla alle turbe, e se n’intese
La fama tra’fedeli immantinente,
Ch’attoniti restar, si gli sorprese
Il timor della morte ornai presente.
E non è chi la suga o le difese,
Lo scusare o’l pregare ardisca, o tente ;
Ma le timide genti e irresolute
Donde meno speraro ebber salute.


Vergine era fra lor di già matura
Verginità, d’alti pensieri e regi :
D’alta beltà, ma sua beltà non cura,
O tanto sol, quant’onestà sen fregi.
E’il suo pregio maggior, che tra le mura
D’angusta casa asconde i suoi gran pregi ;
E da’vagheggiatori ella s’invola
Alle lodi, agli sguardi inculta e sola.