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rivali nello oose di stato, nol (■omnu’rcio, nolla gloria dclle anni, ot délie lettere,

Littora littoribus contraria, fluctibus undœi.

E potrebbc darsi ohe la pocsia degl" Inglesi fosse accolta a Parigi aUo stesso modo che la loro Tdosofia. Ma finalmcnte dovranno sapere i Francesi non picciolo grade ad uiio che in certo modo arricchisce il loro Parnaso di una sorgentc novclla. Tanto più che grandissima è la discrezione con che il nos- tro poota fccesi ad imitare il teatro inglese trasportando nel suo la severità • di nuello, non la forocilà. Nel che egli ha di gran lungo superato Addi- sono, il quale nel Catone ha mostrato agi’ Inglesi non tanto la regolaritk del teatro francese, quanto la sconvenevolezza di que’ suoi amori. E con ciô è venuto a guastare uno dei pochissimi drammi moderni, in oui lo stile è ve- ramente (ragico, e i Romani parlano Romane, e non Spagnuolo.

Ma qnando non si storcessero contro a questa tragedia per allro motivo, lo farebbono almeno perch’ è di tre soli alti. Aiistotile, in vero, paiiaiulo nella Poetica délia lunghezza dell’ azion teatrale, non si spiega cosi chiara- mente sopra il numéro degli atti in che vuolsi divideiia. Ognuno perô sa a mente quel versi délia Poetica latina :

Neve minnr, ncu sit quinto productior actu ^ Fabula, quae posci vult et spcctata reponi.

Precetto che viene da Orazio prescritto non meno per la commedia che per la tragedia. Ora se pur vi ha délie commedie di Molière di tre atti e non piià, e che ciô non estante son tenute buone ; non so perché non \i possa ancora essere una buona tragedia che sia di tre atti, e non di cinque.

Quid autem ^ Csecilio Plautoque dabit Piomanus ademptum Virgilio Varioque ?

E forse non sarebbe del tutto fuor di ragiene, che una gran parte délie moderne tragédie si riducessero a tre atti solamente ; mentre si vede, che per arrivaré ai cinque, i più degli autori vi appiccano episodj che allungano il componimento, e ne tolgon l’unità. E perô l’ istesso Racine non voile dis- tendere la sua Ester più là di tre atti. Che se i Greci nelle loro tragédie, benchè semplicissime, ritennero costantemente la divisione in cinciue atti, bisogna far considerazione che ciô non sempre torna cosi beno al nostro teatro ; non tanto perché nostro costume é il fare gli atti più lunglii, quanto

1. AEneid., IV, 628.

2. Horace, Art poétique, vers 189-190.

3. Id., ibid., 53-55.