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di quel comune in qualità di lubatore, dilungandosi dal luogo nativo, dov’ebbe ed ha tuttavia il suo tetto avito. Nè per ciò sia diminuita a Lugo la gloria di essere patria di Gioacchino Rossini. Imperocchè sebbene gli scrittori di filologia e di storia abbiano lasciato incerto, se la patria si nomini dal luogo dove si nasce, o da quello onde si è oriondi, o finalmente da quello della stirpe istessa della madre (come si raccoglie da un luogo di Livio, lib. XXIV, c. vi, e da un altro di Virgilio, Æn., VIII, v. 510-511), niente di meno per giusta ragione di etimologia, e per antico dettato di legge è manifesto che patria si dice a patre (l. I, C. ubi pet. tut.-l. nullus C. de decurionibus). E non è patria ogni terra natale ma quella sola nella quale è nato il padre naturale ; quella onde si è oriondi. Quindi Cicerone (de Leg., xi, 2, ap. Cujac., t. IV, p. 790 E) : germana patria est ea ex qua pater naturalis naturalem originem suam duxit. Il che è confermato dalla legge 3, Cod. de munic. et orig., e dal voto del gravissimo Cujaccio, che conchiude (l. c.) : Itaque natus Lutetiæ, si pater sit oriundus a Roma, non Lutetiam, sed Romam habet patriam ; Romanus nuncupatur, nisi et ipse pater Lutetiæ natus sit. E cosi fermamente esser debbe : altrimenti chi nasce in mare non avrebbe patria, e il diritto